PREMESSA
Dobbiamo conservare tutto? No.
Infatti, la funzione principale è la selezione, cioè una decisione da prendere, a valle di un procedimento amministrativo, rispetto a quali documenti conservare e a quali eliminare legalmente. Siamo nell’applicazione dei principi generali della legge 241/1990 riguardo all’economicità dell’azione amministrativa. Lo “scarto” si attua quando viene meno un interesse giuridico-amministrativo e non sussiste alcuna rilevanza storica.
Le Università e gli Enti pubblici di ricerca producono, infatti, quantità sempre maggiori di documenti. La produzione incontrollata genera, però, maggiori costi e un’inefficienza strutturale nella corretta sedimentazione degli archivi e, di conseguenza, nella efficace veicolazione delle informazioni.
Ciò influisce sull’attività di supporto ai processi decisionali, che finisce invece con il ritrovarsi ingolfata dall’ipertrofia documentaria. Un dato è dunque innegabile anche per quasi tutte le amministrazioni pubbliche: si produce troppa documentazione e la si conserva male.
Risulta pertanto necessario gestire gli archivi in maniera oculata, garantendo da un lato la corretta conservazione dei documenti per i quali la norma preveda espressamente la conservazione ai fini giuridico-probatori, dall’altro l’eliminazione legale (o “scarto”) dei documenti ritenuti non più utili all’ente che li ha prodotti o alla società in un processo di sedimentazione critica della memoria, anche in base alle disposizioni contenute nel Codice civile in tema di prescrizione dei diritti.
Eliminare i documenti cartacei soggetti a riproduzione digitale si può, seguendo le procedure previste dalla legge. Al contrario ci sono conseguenza penali per l’illecita eliminazione dei documenti.
OBBLIGHI DI LEGGE
Il D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42, e il DPR 28 dicembre 2000, n. 445, Testo unico sulla documentazione amministrativa, assieme ad altra normativa di riferimento tecnico, prevedono espressamente per gli enti pubblici la possibilità di eliminare legalmente i documenti, attraverso la procedura di scarto.
Tale procedura, che verrà illustrata tecnicamente e praticamente, si articola in fasi previste dalla normativa e dalla prassi archivistica: predisposizione dell’elenco, richiesta di autorizzazione e distruzione (termodistruzione) o cessione a terzi.
Non si tratta però di eliminazione “meccanica”, ma di esercitare un processo decisionale-valutativo posto in essere già nella fase costituiva dell’archivio (in particolare, nel corso della registrazione del protocollo informatico) e con l’ausilio l’uso di strumenti come il massimario e il prontuario di selezione.
Inoltre, in virtù della nuova normativa, sarebbe possibile l’archiviazione sostitutiva dei documenti, come previsto dal D.Lgs. 7 marzo 2005, n. 82, Codice dell’amministrazione digitale. Con quali costi, con quali procedure e quali strumenti?
PROGRAMMA DEL CORSO
Il corso si pone l’obiettivo di fornire le istruzioni e le linee guida per:
Verrà inoltre affrontato il tema della archiviazione digitale e dello “scarto” in ambiente digitale: problemi, prospettive e criticità.
DESTINATARI
Il corso si rivolge ai funzionari, ai responsabili e agli operatori degli uffici protocollo e degli uffici archivio, nonché ai responsabili dei procedimenti amministrativi delle Università e degli Enti pubblici di ricerca.
L’iscrizione, comprensiva di materiali didattici, attestato, coffee break e assistenza telematica per quesiti, è prevista in presenza al costo di
L'iscrizione allo streaming online del corso è possibile al costo di :
La formazione erogata alle amministrazioni pubbliche è esente Iva ai sensi dell’articolo 14, comma 10, della L. 24 dicembre 1993, n. 537.
Sono a carico dei partecipanti eventuali commissioni bancarie e, per le fatture in esenzione IVA di importo superiore a 77,47, il bollo di euro 2,00.
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